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GRADUAZIONE

Anche prima dell'avvento del Judo, si usavano dei sistemi di graduazione per indicare il grado di abilità dei praticanti. Si trattava per lo più di certificati rilasciati dalle varie scuole di Arti Marziali, con tanto di iscrizione nei loro registri, ma con modalità assai diverse l’una dall’altra.

Naturalmente il sistema di graduazione del judo fu introdotto dal suo fondatore Jigoro Kano per i suoi allievi del Kodokan: il principiante indossava una cintura bianca e quando aveva raggiunto una buona conoscenza della disciplina veniva promosso cintura nera, che era il primo grado (DAN) di esperto; a mano a mano che gli allievi progredivano aumentavano i dan.

Non tutti i paesi adottano gli stessi sistemi di graduazione soprattutto per quanto riguarda i gradi degli allievi fino alla cintura nera: negli Stati Uniti utilizzano solo due cinture la bianca e la marrone per poi passare ai vari gradi di nera; attualmente in Giappone partono dal 6° Kyu (la ns. cintura bianca) per arrivare progressivamente al 1° (la nostra marrone), ed infine alla nera.

In Europa i gradi vengono contrassegnati dal colore della cintura che va in ordine partendo dai meno esperti:Cinture

BIANCA

GIALLA

ARANCIO

VERDE

BLU

MARRONE

NERA (con i vari Dan).

Anche se la nostra Federazione riconosce questi colori di cintura, specialmente nei settori giovanili, da qualche tempo, per registrare i progressi fatti dai ragazzi che come sappiamo con obiettivi più facili da raggiungere mostrano una più alta motivazione, sono in uso anche cinture bicolori che rappresentano i vari gradi intermedi (per esempio bianca-gialla, gialla-arancio, ecc…).

 

Per quanto riguarda le cinture nere i gradi si chiamano DAN e sono progressivi dal 1° (grado più basso) al 10° (il più alto).

La cintura nera graduata dal 6° al 8° dan  può indossare una cintura bianca e rossa, mentre dal 9° dan si possono fregiare di una cintura tutta rossa.

Il prof. Jigoro Kano era insignito del 12° dan, mentre l’undicesimo non è mai stato assegnato come forma di rispetto ed a sottolineare la sua superiorità e la mancanza di possibilità di avvicinarsi alla bravura del fondatore.